Online WAG Magazine #2 con i contributi di: Michelle Blade, Ryan Casey, Matti Djateu, Ellen Van Engelen, Nobuko Hori, Adam Janes, Angel Karagiozov, Shadrach Lindo, Timothy McCormick, Michael McGrath, Anne Michaux, Alberto Pagliaro, Brandt Peters, Simone Sbarbati, Edwin Ushiro, Jurgen Vanbrabant.
Wag Magazine nasce prima di tutto come necessità di ricerca, curiosità nella
ricerca, ricerca nella ricerca. Con due occhi fissi puntati in avanti. Non si
tratta e non siamo interessati a registrare il presente. Già altre esperienze
editoriali portano avanti e bene questo tipo di lavoro. Siamo, viceversa,
interessati a verificare qui nel presente quello che sarà nel futuro. Il
progresso, le trasformazioni, i cambiamenti propri di ogni percorso artistico e
di comunicazione che oggi ancora non sono stati codificati. Una comunicazione
che ha a che fare con l'arte, ma non solo. Comunicazione quindi che sia legata
anche alla parola, oltre che alla visione. La forza della comunicazione nel
momento stesso in cui essa sta per scaturire, pura, forte, grezza, costruttiva,
parte integrante di un progresso in continua mutazione. Ciò che sarà poi forma e
senso di completa fattura. Ma non ora. Non in questo momento. Non ancora in
questo momento. Segni. Segmenti. Pensieri. Ritagli. Mettiamo le mani avanti. Di
proposito, perchè è il nostro obiettivo fare da collettore all'insieme di
espressioni, fascinazioni, incognite, energie artistiche (e letterali) che si
muovo sotto. Fermento. Spinta in avanti. Per essere senso compiuto. Identità in
costruzione. Immaginario. Domani.
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