PAPER RESISTANCE / HANDCUFFS

Per quanto mi riguarda, Paper Resistance è uno dei segni più precisi e coerenti dell'underground italiano. Tende a starsene nell'ombra, più attento ai contenuti, alle pratiche, ai progetti. Apro alcune parentesi. Parlare di Paper Resistance significa parlare di fumetti, di inguine.net e inguineMAH!gazine (grazie al suo lavoro di grafico e redattore), di stickers (svariate le serie fin qui prodotte), di poster (per la musica e per eventi culturali sotterranei), di illustrazioni, di lettering, di 25Disegni (lo splitbook che ha visto la partecipazione di artisti come Blu ed Erica il Cane, Squaz in coppia con lo stesso Paper Resistance, Ratigher e Baronciani), e di molto altro ancora.

Il Maffia Club di Reggio Emilia ospiterà il progetto "Handcuffs", una raccolta di illustrazioni raffiguranti modelli di manette, lette secondo il segno secco e senza fronzoli che contraddistingue il suo lavoro. L'evoluzione di uno strumento antico e sempre costantemente presente nella società contemporanea. Un lavoro su polsi, controllo e libertà. In varie forme.


HANDCUFFS
dal 19 gennaio al 16 febbraio 2008
Maffia Club
Reggio Emilia

(la mostra sarà sempre visibile nelle serate del martedì, mercoledì, venerdì e sabato)

Il manifesto della mostra / download

Per informazioni:
www.paper-resistance.org

www.maffia.it
maffia@maffia.it


Pubblichiamo, qui di seguito, una intervista a Paper Resistance, realizzata per definizioni.


INTERVISTA (SUI TERMINI)

Carta
Per me come uno degli elementi vitali tipo aria, acqua, fuoco, terra… carta! Materia prima. Sia in entrata che in uscita. Mi circondo di carta. In continuazione. Lavoro sulla carta. Lavoro per cercarne di produrre quanta più possible. È un mezzo. Forse è il mezzo. Finale, definitivo, versatile. Educa, reagisce, arreda, comunica, documenta, resta, testimonia e fa memoria.

Inchiostro
Se penso inchiostro, penso nero. Black ink. L'inchiostro per me è solo nero. Il nero crea. Il rosso corregge. Penso inchiostro, penso a qualcosa che ci sarà ma che prima non c'era. Niente (di buono o meno) è mai stato creato utilizzando un colore che non fosse il nero. Ne tratti ne trattati.

Resistenza
Continua. Necessaria. Anche se non corrisponde sempre alle azioni, Ed assume la forma di uno stato mentale, credo che vada bene ugualmente, Perchè in questa maniera non è detto che ad una data azione corrisponda una data reazione, se c'è un ostacolo che oppone resistenza. Per questo parlo anche di stato mentale, in termini poistivi. Perchè lo stato mentale è comunque vigile, attento, pronto. E può trasformarsi in azione nei momenti oppurtuni.

25 Disegni
Una buona idea. Fondata sul segno. Al 100%. Nessun elemento di un 25D è dato o creato da una macchina. Nato come un libro (uno) di illustrazioni divise a metà tra due autori (25 disegni a testa, appunto), con gli anni è diventata quella, che fosse editata da una casa editrice, verrebbe chiamata una "collana". L'aspetto interessante credo stia nel fatto che questi libri non siano stati prodotti da case editrici o aspiranti tali, ma da realta, fatte da autori stessi, che si uniscono e decidono di fare una produzione. Quella produzione. Una formula che comunque riesce a smaltire una tiratura senza usufruire dei canali di distribuzione canonici. Volendo riesce anche a diventare una ristampa. Come è successo. Riesce a convincere anche fuori dai confini nazionali. Perchè appunto è fondata sul segno, ed in quanto tale è un linguaggio universale. Ad oggi sono state pubblicate tre uscite. Blu/Ericailcane, io/Squaz, Ratigher/Baronciani. Una quarta è in lavorazione, da parte di Dem/Rekal. Potrebbero essere di più, certo come no. Ma ogni cosa potrebbe essere qualcosa di più. Ma non sarebbe più la stessa cosa forse. Quindi, per me, va bene per quello che è in quel dato momento.

Parola
Se ci faccio caso, mi rendo conto che la utilizzo sempre meno come elemento nei miei lavori. Ma non so se questo sia un male o meno. Niente di quello che faccio è calcolato e/o programmato. Resta comunque una "materia prima". Come sopra. La parola è comunicazione. La parola è input. Io traduco gli input che ricevo in di/segni. Anche le illustrazioni (non necessariamente le mie) sono comunicazione, sono input. Che a loro volta sono parole. Sotto forma di commenti o sensazioni, ma comunque parole.

Font
Quando ho iniziato a disegnare e a pensare a paper resistance, la prima cosa che mi è venuto da fare è stato scrivere il mio nome con un carattere che fosse mio. Un carattere disegnato, irregolare, che mescolava lettere e numeri. Ma era comunque mio. Il mio marchio se vogliamo. È una questione di identità. E anche di riconoscimento. Ma questa è una regola che credo sia universale se parliamo di comunicazione. Se passiamo delle ore a pensare di scrivere una parola in questa o in quell'altra maniera, se non è mai abbastanza ed addirittura dobbiamo disegnarcene anche uno ex-novo (di font) perché sia il più nostro possibile., il più adeguato a quella data esigenza. Io lo trovo affascinante. Lo studio, la creazione, il rompersi la testa una volta e poi un'altra…

Inguine
È tutto partito da lì. È stato il mio big-bang personale. La possibilità di diventare parte attiva di un qualcosa, di cominciare a fare, non solo di usufruire. Facendone parte, su inguine (sia web che cartaceo) ho sempre avuto tutto lo spazio di cui avevo bisogno. Ed oltre ad essere uno spazio è stata anche un'ottima vetrina per il mio lavoro. Questo dal punto di vista personale, o meglio di illustratore. Ma inguine è stato anche la possibilità di creare un network di realtà che gravitano nell'ambito della comunicazione visiva e non solo. Leggasi la possibilità di conoscere e lavorare sempre con gente nuova. È stato cominciare a fare editoria indipendente. A proporre qualcosa che prima non c'era. Ad andare avanti per cinque anni producendo una rivista di fumetti e illustrazioni. Vado a memoria, ma esperienze così longeve in quest'ambito non è che ne ricordi tante. Questo è un qualcosa che a distanza di ormai qualche anno (2001) mi dice che abbiamo fatto la cosa giusta.

Significato
Va di pari passo alla parola interpretazione. Poi se vogliamo è anche un pò parente della parola ambiguità. Mescolarli bene insieme è uno dei miei passatempo preferiti.

Immagine
È tutto. O quasi. Comunque è tra le cose più immediate con cui uno può avere a che fare. Sia in maniera attiva che passiva. Vedo qualcosa è già ne so qualcosa di più. Faccio qualcosa di nuovo è già qualcuno ne sa già di più di me. Vedo Bologna bombata di gente in "monclair" e so che i soldi ci sono. Vedo gli striscioni degli operai in lotta fuori dalle fabbriche e so che se i soldi ci sono stanno tutti da una parte o per lo meno sono mal distribuiti. Ma questo era giusto un esempio per capire quanto l'immagine sia importante anche senza parlare di illustrazioni.

Controllo
Eh… controllo… Ci sarebbe tanto da dire. Ma quello di cui noi siamo a conoscenza o presumiamo di sapere sul controllo resterebbe comunque solo una minima parte della sua reale entità e diffusione. È importante sapere che ci sia, è fondamentale capire dove viene esercitato anche nella sua forma più subdola e meno esplicita. La cosa più triste credo risieda nel fatto che anche una forma di resistenza al controllo comunque, laddove viene fatta, è comunque una lotta ad armi impari. Laddove "il controllore" ha comunque mezzi e forze di gran lunga superiori. E subdoli. È bene dunque saperlo e tenerlo presente.

Stefano Giaccone
Che caro… ho avuto modo di conoscerlo qualche anno fa. La scusa è stato IPUNK, un'antologia a fumetti sul punk/hc italiano che avevamo prodotto. Comunque, dentro quell'antologia c'erano ovviamente anche I Franti, di cui lui era un pò il mentore. Ne è nata un'amicizia di quelle importanti.
Di quelle che ti scaldano il cuore anche a chilometri di distanza. Ci si vede pochissimo. Purtroppo. Però si cerca sempre di riuscire a fare qualcosa insieme (qualsiasi cosa) e quando ci si riesce è sempre una gran evento. A me tutt'ora risulta incredibile come tutte le volte che vengo fuori da un incontro o una chiacchiera con lui, ne so sempre qualcosa di più. Ma non di lui. Di come vada il mondo in genere…

Hardcore
È una parola difficile da definire con delle altre parole.
È un qualcosa che ha a che fare con l'attitudine nel fare le cose.
Anche con il "politico" se vogliamo. Però nel suo senso più ampio e nobile del termine.
Una sensazione che uno ha. Costante però. Continua. È quella la particolarità.
Se chiedi cosa voglia dire HC a dieci persone che in qualche maniera sono coinvolte con questa faccenda, probabilmente non ruscirai ad avere due risposte uguali.

Bologna
La mia città d'adozione. Ieri rappresentava qualcosa. Oggi qualcos'altro. Ci vivo ormai da abbastanza tempo da poterne dare una valutazione con cognizione di causa, perchè l'ho vista cambiare sotto i miei occhi con il passare degli anni. Ormai è una città che invoglia a essere abbandonata da chi ci vive. Sempre più dormitorio e sempre meno laboratorio. Sempre pronta a prendere e mai ad offrire. Niente. Mi fermo qui. Oggi potrei parlare solo male del posto in cui vivo. E potrei farlo per mille ragioni. Ma è triste farlo. Allora chiudo qui.

Modalità
Leggi alla voce hardcore!

Catene
Ce n'è abbastanza per tutti quanti. Purtroppo. Per catene faccio riferimento a tutti quei mezzi che in un modo o nell'altro Limitano la libertà di movimento. Anche se non necessariamente sono di materiale metallico. Non c'è niente di peggio che decidere della libertà altrui. Eppure c'è chi pensa che vedendo qualcuno in catene si sentirebbe più libero…
…and i think to myself what a wonderful world!


BIOGRAFIA

carta resistenza spazio chiuso rinchiuso teso sotteso peso leso. qui nessuno bara con le parole le parole sono chiare. chiara divisa lisa lesa tesa punto a capo. dentro questa stanza questo luogo d'immagine e somiglianza due punti aperta parentesi carta e resistenza inventa cose già inventate dando loro senso compiuto e nuovo senso contestuale e significato contemporaneo. chiusa la parentesi. il futuro è anteriore di già modalità è quello che è a occhi chiusi da vicino in distanza. paper resistance è rispetto per la linea il tratto l'inchiostro il carattere la mano la lettera la curva tesa lesa mai nervosa la forma punta in alto in silenzio non parla non bara. è l'immagine tradotta centro città elementare metropoli fortezza tristezza sorriso triste superfluo sguardi liquami trame travi. soffitti sfitti cinte di pantaloni corde tese. paper resistance è il fabbro che stende il ferro e rinchiude a chiave bitume corrosivo e corpi storti sghembi come una virgola dagli anni richiusi anch'essi depressi sotto messi di luci costanti giorno e la notte controlli regolari regole regola la vita chiara divisa lisa lesa tesa punto a capo.