MICHAEL McGRATH

Michael McGrath va pazzo per il collage, l'olio che gocciola, texture pieni di colore e materia. Da Boston verso il mondo. Ma chi è Michael McGrath, come si racconterebbe, per chi non lo consoce, come stupirebbe chi già apprezza il suo lavoro?

Gioco con le ombre. Sono ad un certo stadio della mia evoluzione, alla ricerca di cosa voglio veramente creare ed esprimere attraverso la mia arte. Sono il peggior critico di me stesso. I miei prodotti finiti non sono mai come avrebbero dovuto essere. Sento sempre che manca qualcosa, ed è quello che cerco di trovare. Se la gente apprezza il mio lavoro sono felice. Ho un grande desiderio di creare, e il mio lavoro è il risultato dei miei tentativi di soddisfare questi desideri. Sono sempre pronto ad imparare e sarà sempre così. E questo è molto divertente per me.

La materia e i materiali. I tuoi lavori sono fatti di carta, olio, bronzo, acrilici e ancora carta. Piccole composizioni in spazi reali. Da dove vengono questi lavori?

Escono dalla mia testa :) La consistenza del soggetto è importamte per me. Mi rivolgo a dipinti che hanno un relazione col contenuto. Cerco di semplificare ciò che voglio dire. Apprezzo tutti i tipi di arte, ma cerco di non tendere all’analisi eccessiva.. “Cosa simboleggia l’uccello verde?” - per me è solo un uccello verde, anche se questo tipo di interpretazioni sono benvenute.

Qual'è la scena creativa in cui vivi, quali gli scambi e le idee che fanno palpitare Boston?

Boston ha una buona scena artistica. La maggior parte delle gallerie non danno molto risalto all’arte contemporanea, ma ci sono alcuni posti dove vedere lavori interessanti. Ci sono anche delle scuole d’arte, quindi molti nuovi artisti che sviluppano i propri skills e le proprie idee. Mi diverto molto ad andare a vedere mostre e film al Museo d’Arte, è un museo bellissimo.

Tornando al tuo lavoro. Mi impressionano particolarmente qusti olii gocciolanti. Cieli fusi e fiori sciolti, ottimismo lacerato dalla realtà e visioni oniriche di dolore e dolcezza. Così le vedo io. Cosa sono per Michael?

Ben detto! Non sono mai stato e non sono bravo a scrivere spiegazioni. Non riesco mai a trovare le parole giuste per descrivere i miei dipinti. Se proprio devo, dico che i miei soggetti sono la semplicità, la felicità e il passare (o il fermare) il tempo. Dipingere è la mia liberazione.

Come vivi e come ti rapporti, nel tuo lavoro, alla follia dilagante della politica mondiale, del potere immanente? Tappeti rossi o salatini per Bush?

Cerco di non mischiare la mia arte ed il mio pensiero politico. Sono entità separate per me. Mi rendo conto che molti artisti uniscono potere e politica alla loro arte. I messaggio inoltre sono quasi sempre chiari e molto forti. Lo apprezzo, ma non fa per me. Lo stesso riguardo al presidente Bush, non credo che ci siano molti di noi che sono d’accordo con le sua politica, ovviamente lui ha un programma. Ha appena vinto le sue elezioni e spero che i cittadini americani ci penseranno due volte prima di rieleggerlo. A parte la politica, lui dà l’idea di uno che non vede l’ora di tornare a casa per farsi una birra, ovviamente non conosco personalmente i suoi pensieri, quindi non posso dire molto di più.

Quali sono gli strumenti di lavoro che normalmente utilizzi per produrre i tuoi lavori, siano essi artistici oppure commerciali?

Adoro gli attrezzi. Fatemi dire che li uso molto. I miei più bei ricordi della scuola riguardano le ferramenta e le falegnamerie. Mi piace utilizzare le macchine pesanti. Attualmente sono limitato dallo spazio, quindi per ora il mio armadio degli attrezzi è più che altro pieno di colla e nastro adesivo. La musica, gioca un ruolo molto importante nel mio processo creativo. La musica è al secondo posto per importanza. Non ne ho mai abbastanza e mentirei se dicessi che ascolto della cattiva musica.

Ci sono autori/artisti che riescono ogni volta a colpirti con i loro lavori e con la loro comunicazione?

Beh, non ne avrò mai abbastanza di Mark Rothko, Cy Twombley, Picasso, Nam June Paik, Francis Bacon, e Anselm Kiefer, per citarne alcuni. Sono anche molto impressionato da parecchi artisti contemporanei , specialmente alcuni amici con cui mi confronto. E’ molto importante per me avere persone con cui discutere del mio lavoro nel tempo. Potete trovare i loro links sul mio sito.

Tu hai partecipato alla creazione, se non sbaglio dal punto di vista grafico, del progetto "You and I Productions". Puoi dirci in breve di che si tratta (pubblicheremo a breve una intervista con Jordan Ehrlich, curatore del progetto)? Ci sono altri progetti collettivi che t vedono partecipe?

Ah, Jordan ed io siamo molto amici. Eravamo compagni di stanza al college, ed abbiamo passato dei momenti molto belli. You and I Productions inizialmente avrebbe dovuto essere una società di produzione di documentari e corti. C’erano due facce del sito, lo studio di produzione, e la crew artistica. Da qualche parte nel tempo abbiamo perso la componente commerciale e ci siamo focalizzati sulla crew. Passiamo molto tempo nel curare il sito. Non credo che la gente si renda conto della mole di lavoro necessaria a portare avanti un progetto come questo, ma credetemi, è tanto.

Hai già detto a proposito della musica. Andando ulteriormente nello specifico?

Ascolto molti tipi di musica. Quando sono un po’ giù, ci sono dei musicisti che riescono ad ispirarmi e stimolarmi a creare. Godspeed You! Black Emperor e Philip Glass sono due nomi che, in particolare, spingono molto la mia creatività.

Stai portando avanti o contribuendo ad altri progetti collettivi?

Si si. Io e altri lavoriamo molto su "The Fragile Circus", la nostra organizzazione internazionale del mistero. Il capo è duro, ma non ci possiamo lamentare.

Per finire?

Grazie mille per il vostro interesse nei miei confronti.