STUDIO 'T BRANDT WEER

Studio 't Brandt Weer è la capacità di utilizzo e l'uso stesso di un preciso sistema composto da simboli, segni, colori organizzati in una loro grammatica, inseriti in un vocabolario che - combinati tra loro - producono comunicazione. Studio 't Brandt Weer è linguaggio. Che cos'è Studio 't Brandt Weer?

Grazie per la buona definizione che hai dato dello Studio. Sappiamo bene quali problematiche possano scaturire dalle difficoltà insite nel parlare lingue straniere. Siamo felici che la comunicazione visiva post-moderna ci offra la possibilità di creare più di un idioma universale.

Un'altra definizione di quello che siamo e facciamo, la puoi trovare nella introduzione del nostro catalogo "CQ=IQxEQ2", pubblicato nel maggio 2005 in occasione del sesto anniversario di Studio 't Brandt Weer, nelle parole di Frederieke Hijink:

"1+1=2. Inizia così. Imparando dalle formule e dalle regole. Così partizionano, organizzano e muovono il nostro mondo in sezioni. Nel tentativo di catturare la realtà, anche se sappiamo che ciò non succederà fino a quando continueremo ad aderire a gelidi codici.
Quelli tipici della scuola. Dove l'ottusità o la calma resistenza prendono piede. Dove assorbiamo profumi e colori, molto di più in realtà di quanto poi sia possibile ricordare. Dove i mondi si chiudono per sempre o si aprono per il resto della nostra vita. Dove l'intorpidimento minaccia di vincere, ma c'è sempre una chance che aprendo un libro, ascoltando una frase oppure osservando una mappa, possa scaturire un nuovo paesaggio, il quale troverà modo e forza di crescere ogni giorno.
Una scuola come punto di incontro. Un luogo in cui si sviluppano opportunità e in cui si possono scambiare e condividere sogni. Due mondi sono venuti a contatto. Da qualche parte in una classe di Genk, Koen Geurrts e Marenthe Otten si sono trovati. Nel gioco della ricerca e della compensazione, hanno iniziato il tiro alla fune con quello che ancora ai loro occhi non era codificato. Così ha avuto inizio la loro esperienza in comune.
Oggi Studio 't Brandt Weer ha compiuto 6 anni. Una vita. Due vite. Impressioni, immagini, pensieri, idee. La voglia di mettersi continuamente in gioco con la scuola del quotidiano. Così lavorano, tra l'attesa e la scelta, ragionando e producendo espressione creativa, viaggiando e stando fermi, insegnando e imparando. È a partire dalla curiosità e dall'entusiasmo che inizia la ricerca di nuove visioni.
Niente è come sembra. Questo è il motto di Studio 't Brandt Weer, l'alchimia di base. In stretta collaborazione con i loro clienti, sono cercatori della verità nella sfida continua col presente. In piena e profonda collaborazione, individuano nuove strade e nuovi sensi da mostrare al mondo.
Una vita di insegnamento. In questa pubblicazione Studio 't Brandt Weer presenta il suo punto di vista a proposito della scuola della vita. Un procedere attraverso impressioni e affermazioni, lavori e ispirazione. Consideratelo un appello. Una possibilità di condividere la vostra curiosità e il vostro interesse con loro."

Undici comandamenti. Avete fatto meglio di chi, tempo fa, ne ha impostati dieci. Offrono tutti quanti spunti interessanti. Ad ogni modo, mi relaziono bene con l'undicesimo, ovvero "Thou shalt gioca con il fuoco". Sarà che adoro David Lynch, sarà che con il fuoco il fabbro stende il ferro (citando Leonardo Da Vinci), sarà che il fuoco è l'anima dei prestigiatori...

Il fuoco è energia, dinamismo, progresso, costruzione e decostruzione allo stesso tempo esattamente come gli altri 3 elementi (aria, terra, acqua). Mi piace questo percezione di dualismo costante. Dicendo "Thou shalt gioca con il fuoco" vogliamo dire: assumiti tutte le responsabilità e i rischi del caso, sfida te stesso, prova qualcosa che non ti piace e dagli un senso. Le stesse regole valgono per il lavoro. Alle volte bisogna decostruire per costruire.

Parlando con te privatamente, nello scambio di e-mail dei giorni scorsi, sono venuto a conoscenza della tua propensione alla poesia. Quanto e in che modo influisce la poesia nel tuo lavoro quotidiano? Come interagisce con le scelte stilistiche che poi ritroviamo nei tuoi e nei vostri lavori finiti?

Sia mia moglie (e collega) che alcuni buoni amici una volta mi hanno detto: "Il percorso attraverso cui organizzi un concetto e lo rendi segno e disegno è lo stesso tramite cui sviluppi scrittura o produci la tua musica. Non è semplice spiegare questo processo. Si basa per il 65% sulla intuizione e per il 35% sul ragionamento razionale e tutto ciò che lo può circondare. Conosco e percepisco l'influenza di molte cose, ma, realmente, non sono in grado di andare oltre a queste sensazioni. Una cosa è certa, amo giocare con le parole e i linguaggi. È strano ma lo scorso anno sono stato coinvolto in diversi progetti all'interno dei quali ero responsabile sia per quando riguardava la grafica che il copy.

So che stai ultimando un libro di poesie illustrate per il quale ti sei occupato sia delle parole che delle immagini. Mi interesserebbe capire la genesi di questo libro, i perché coniugare scrittura in verticale e illustrazione e lavoro tipografico. Mi dicevi anche che difficilmente riuscirai a trovare un editore disposto a stamparti il libro e che probabilmente opterai per una auto-produzione. Quali sono i tempi previsti? Chiudo la domanda non con un punto interrogativo ma con una considerazione. Anche noi come Design(Radar abbiamo iniziato a portare avanti un ragionamento collettivo sul discorso della scrittura visiva. Personalmente, trovo che quello della scrittura visiva possa essere uno spigolo di luce (op. cit.) fondamentale per quanto riguarda la narrativa e la comunicazione odierna.

Il libro di cui stai parlando è tuttora in progress. Si tratta di un progetto a lungo termine, un parto bello e doloroso (tanto per rimanere su una frase fatta…). Al momento giusto prenderà il suo volo.

La scrittura visiva è sicuramente un capitolo importante oggi come oggi. Sta diventando un passaggio fisso del design (post)moderno e dell'educazione in questo campo. Ci sono esempi più o meno buoni, ma la mia domanda è: come è possibile pensare di attivare scrittura visiva quando la retorica di base (vocabolario, linguaggio, ecc..) non è sufficientemente sviluppata?

Rimaniamo ancora brevemente sulla poesia. Quali sono i poeti che maggiormente hanno influito sulla tua scrittura?

Non amo per niente il termine "influenza". Se parli invece di ispirazione e del potere di stare in equilibrio anche nei giorni non propriamente positivi, quella che segue è una incompleta lista di nomi essenziali. Per quanto concerne autori fiamminghi posso citare Paul van Ostaijen, Hugo Claus, Louis Paul Boon, JF Berckmans... Autori olandesi di riferimento sono Hendrik Marsman, Serge van Duinhoven, Lucebert, Gerard Reve... e poi lo scrittore delle Antille Tipp Marrug, e ancora i dadaisti Hugo Ball, Tristan Tsara, Kurt Schwitters... Sono rimasto colpito recentemente dai lavori di Cesare Pavese. So che la mia vita sarà troppo breve per leggere tutto ciò che mi sono prefissato.

Sulla tipografia. Trovo strepitoso il lavoro che fate sui caratteri e i poster presenti sul vostro sito continuano a lasciarmi a bocca aperta, anche a distanza di tempo. Come conciliate tecnica tipografica e processo comunicativo all'interno dei vostri lavori? Spesso sembra che i piani tendano ad invertirsi: ciò che dovrebbe essere tecnica diventa arte e ciò che è libero procedimento diventa tecnica.

Grazie per il complimento. Non c'è altro di particolarmente rilevante che posso aggiungere alla tua analisi. È solo il modo con cui lavoriamo. Ma non sottovalutare il terzo livello che utilizziamo in ogni occasione come un fondamentale: il concetto. Principalmente (ripeto, principalmente) questa condizione si cela dietro l'iconografia, il simbolismo, la forma. Alle volte definiamo questo nostro approccio come "anarchismo funzionale".

Dividi lo Studio con tua moglie, e parte della giornata la passi come insegnante di visual design in mezzo agli studenti. Due contesti differenti, ognuno con le proprie specifiche, dinamiche e relazioni. Approfondiamo questi aspetti. Vorrei ragionare soprattutto sulla corda che lega gli individui in relazioni e ciò che scaturisce da queste stesse relazioni, nel campo della comunicazione e dell'arte e della grafica.

Wow wow, per rispondere a questa domanda dovrei scrivere un libro. Comunque… ritengo che siamo riusciti a trovare un giusto bilanciamento tra i vari progetti privati e quelli più strettamente legati al lavoro. È una continua lotta tra divertimento e momenti di reale pazzia, energia, buone discussioni, scambi di opinione, urla, frustrazioni. Tutti questi elementi sono di norma parte integrante di una relazione in divenire, no? È un processo sempre in moto, l'abbiamo scelto e ci piace così. Insegnare è una conseguenza lineare dei miei ideali sociali e della mia filosofia, in generale, come designer. Per me questi contesti non sono poi così separati.

Per rimanere in questo ambito di ragionamento, quali sono i nomi nel campo del design, dell'arte e più in generale della comunicazione che ti senti di fare come esempi di contributi fondamentali o comunque nodali sia a livello lavorativo (come studio) che a livello scolastico (come insegnante).

Non ci sono nomi "fondamentali" per quanto riguarda il nostro studio o la mia attività di insegnante; fondamentali sono i campi di ricerca, la natura (e i suoi processi), la società (e i suoi processi), il viaggiare, le persone, il buon cibo, la musica, la poesia, la filosofia, il fashion, i film…

Ad ogni modo, ci sono state però persone che mi hanno aperto porte prima sconosciute, che mi hanno fatto pensare, che mi hanno fatto navigare con la mente. Potrei riassumere questi nomi in un elenco, senza un ordine specifico: Vaughan Olivier, Neville Brody, Tomato, Wild Plakken, Anthon Beeke, Swip Stolk, Gert Dumbar, Jan Van Toorn, Rodchenko, KesselsKramer, KoeweidenPostma, Stefan Sagmeister, David Carson, Lava, The Dadaists, gli artisti dei graffiti degli anni ‘80, Paul Klee, Marcel Duchamp, Magritte, Jan Fabre, Michel Onfray, Grapus, MM Paris, Paul Boudens, Walter van Beierendonck, Joseph Beuys, KARAKTA STRUKTURATA, gli illustratori e i loro poster di Propaganda, Dave Elliots Earls, Edward Fella, Martin Parr, Anton Corbijn, Alain de Botton, Saito Makoto, DijdelenCo, Max Kisman (ho dimenticato qualcuno?)

Che progetti ci sono in fase di realizzazione e quali invece in cantiere e che vedranno la luce in un futuro prossimo?

Al momento è andato in porto il "progetto del secondo figlio" (Koen e Marenthe hanno già una bambina di nome Lila Poppy, N.d.T.). Per il resto, ci sarebbero troppe cose da menzionare per cui vi rimandiamo al nostro sito web. Nel futuro di Studio 't Brandt Weer ci sono nuovi interessanti progetti, rimanete in zona.

Come pubblicazioni e/o partecipazione a pubblicazioni vi si conosce più ampiamente. Mi interessa invece capire che tipo di rapporto c'è con le gallerie e le esposizioni. Ci sono o ci sono state esperienze in questo senso? Com'è l'ambiente delle galleria in Olanda?

Non abbiamo esperienze con le gallerie. Abbiamo sempre partecipato a mostre in cui i nostri lavori erano stati precedentemente scelti attraverso un concorso.

Per concludere, esuliamo da illustrazione e arte e grafica per una domanda sulla musica. Quali sono le canzoni che seguono le vostre creazioni e i vostri progetti? In questo momento, nel momento in cui sto scrivendo le domande, io sto ascoltando gli Isis. E, devo dire, è un gran bell'ascoltare...

Concordo. La musica è, come dicevo prima, assieme alla poesia, alle relazioni sociali e alla famiglia, al cibo e ai viaggi, parte integrante della mia vita di designer ed artista. Tutti questi aspetti mi influenzano e mi stimolano, mi danno energie e rappresentano una continua prova. E se qualcuno considera il silenzio come l'estremo opposto del rumore (musica), io considero il silenzio come buona musica e, quindi, come elemento assolutamente positivo.
Qui di seguito una (nuovamente) incompleta lista di artisti che hanno avuto o hanno un grande effetto su di me (e la mia vita). In ordine sparso: Fugazi, No Means No, Exploited, Big Black, Front 242, Kraftwerk, TC Matic, Public Enemy, Grandmaster Flash, De La Soul, KRS-One, Motorpsycho, Helmet, PJ Harvey, Jesus Lizard, Godflesh, Isis, VandalX, Victims Family, Tim e Jeff Buckley, Trans AM, Godspeed you black Emperor, Fudge Tunnel, DoMakeSayThink, Mike Patton, Voivod, Slayer, Suicidal Tendencies, Primus, Girls against Boys, New Wet Kojak, Karate, The Smiths, Dave Holland, Paolo Conte (quello degli inizi), Dino Saluzzi, Tomas Stanko, Jimmy Guiffre ecc...

Devo dire anche che la mia "collega" Marenthe ha tutt'altre influenze che producono ottimi stimoli sul modo che ha di disegnare/illustrare e rispetto al lavorare a-due su un progetto.