MOSTRO

Intro a cura di D(R
Un luogo assolutamente interessante questo Mostro. Parlo espressamente di luogo perchè trattasi prima di tutto di un lavoro collettivo che parte da un collettivo per allargarsi ad una comunità di soggetti per poi tornare indietro, in modo del tutto dialettico. Ma non tanto un movimento di andata-ritorno-andata quanto circolare. Così come sono circolari, almeno da un punto d vista semantico, le forme di comunicazione che si possono trovare su Mostro, sia nella sua versione stampata che online. Rimanendo limitati a percorsi visivi, devo dire che i lavori di Isabella sono quelli che maggiormente mi hanno colpito, per senso e forza nella ricerca del senso, per il tratto e forza nella ricerca del tratto; tuttavia c'e' a disposizione una galleria di lavori davvero notevoli, da scoprire, uno dopo l'altro. E poi lo spazio della parola scritta, con racconti e poesie. E non ultimo lo sforzo di costruire ragionamenti sul piano redazionale/comunitario rispetto a SIAE, diritto d'autore, Licenze Creative Commons e altro ancora. Vien voglia d vederlo sto Mostro...e di farci anche 4 chiacchere. Per il momento pubblichiamo qui di seguito una presentazione, direttamente dalla loro voce. Questa è la lingua del Mostro.

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"Un Mostro, anche se immobile, non e' mai morto: tuttalpiu' dorme" (H.J Carldster)

Mostro è una rivista autoprodotta di racconti, immagini, poesia e critica culturale, che, giunta al numero 14 in tre anni di vita, ha deciso di prendersi una pausa prima dell'uscita del numero 15. La pausa è risultata proficua, e finalmente "Mostro" riparte, in due diversi modi (oltreche' "alla grande"):

1) Con un nuovo sito internet (sempre su www.inventati.org/mostro). Non piu' semplicemente la pubblicita' di una rivista, ma un luogo accessibile e facilmente utilizzabile da chiunque desidera diffondere liberamente ed efficacemente le proprie opere: uno strumento per estendere i propri orizzonti culturali, coltivando il terreno della lettura, della critica e del confronto. Grazie ai forum e tutti gli altri spazi di discussione, il sito si rinnovera' e si ampliera' tramite le suggestioni dei lettori, oltreche' alle balorde ed incostanti sollecitazioni degli attuali redattori.

2) Con una nuova pubblicazione cartacea. L'identita' di questa prossima ventura uscita di Mostro prendera' forma dal meglio del sito e della comunita' che lo compone, sia come materiale che come suggestioni ed idee. Vogliamo infatti giungere a una fusione tra l'ambito redazionale e quello comunitario, di modo che gradualmente tutte le decisioni siano prese da una comunita' responsabile di autori affezionati al progetto: studieremo insieme il modo di rendere questo possibile.

Registrandosi (ovviamente gratis) al sito, l'autore ha subito la possibilità di inserire automaticamente il proprio materiale e partecipare alla comunità di Mostro... tutto questo su www.inventati.org/mostro

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STORIA DEL MOSTRO
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Prefazione

Abbiamo ritardato per molto tempo l'esplicitazione del nostro percorso e delle idee che lo hanno guidato, perché abbiamo sempre preferito il silenzio all'espressione parziale e banalizzata di fatti e argomenti per noi così importanti.
Oggi invece ci rendiamo conto che un simile silenzio ha anche portato - e porterebbe sempre più - a incomprensione e disinteresse nei confronti di Mostro.
Proviamo dunque ad avviare una narrazione di noi stessi - della rivista cioè, che è il perno attorno a cui ruota il nostro progetto - consapevoli del rischio di stonare qua e là rispetto allo stile che amiamo mantenere in tutte le nostre produzioni, perché saremo costretti a usare vocaboli, espressioni e concetti che sappiamo triti e imprecisi, ma di cui non riusciamo e in parte non vogliamo ancora liberarci, proprio per il fatto che servono a descriverci.

2001 - La Rivista Underground (Numeri 1-6)

Si potrebbe pensare che per degli aspiranti artisti fiorentini l'idea di una rivista sia come depositata in un angolo di museo, di tradizione, ma non è affatto così: Firenze è una città che ai suoi abitanti offre soltanto aneliti. Ciò che abbiamo l'abbiamo importato dall'estero. L'idea della rivista, in particolare, l'abbiamo importata dalla Svizzera, dove nel 1964 H.R.Giger pubblicava i suoi primi Bambini Atomici nel giornale della scuola. Sulle spoglie del nuovo millennio (fine del '99), non si trattava che di imitarlo.
I primi sei numeri sono il ricettacolo del successivo anno di entusiasmo, in cui i nostri primi esperimenti editoriali si intrecciano con esperienze di attività politica, per cui sembra che la nostra attività letteraria e artistica possa aspirare a iscriversi in un più vasto e caotico movimento di rinnovamento della società (per intendersi, quello che pochi mesi più tardi è stato ridefinito con varie etichette, come "no global", "movimento dei movimenti", "movimento antiliberista", e così via). A metà del 2001 il movimento fu ripulito e pettinato. Questo per noi ha significato il doloroso fallimento di pratiche e idee di lavoro collettivo, e insieme l'avvio di un confronto rischioso ma potenzialmente salutare con l'astratta e angosciante realtà del mercato.

2002 - La Rivista di Racconti, Poesie e Disegni (Numeri 7-11)

E fu così che, sfaldatesi le maglie che avevano sostenuto il neonato mostricino, si impose la scelta tra un progetto di crescita qualitativa e quantitativa della rivista (nel numero di copie, nei canali di distribuzione, nella rosa di collaboratori, e così via), e un ripiegamento nella fanzine amatoriale. La decisione di imboccare la prima strada (motivata nel Primo Editoriale Inattuale) ci ha da allora in poi obbligato a confrontarci con una serie di questioni varie, complesse, e tutte intrecciate tra di loro. E spesso anche estremamente noiose.
I nostri passi in avanti sono stati perciò lenti e disorganici, dettati perlopiù dalla necessità di affrontare l'emergenza della ricerca di un modello di sostentamento economico in cui far convivere gli aspetti etici fondativi del progetto con i meccanismi del mercato.
Lentamente tuttavia, i nodi si sono stretti intorno alle questioni fondamentali, fino a concentrarle in un'unica domanda: è possibile che un'iniziativa culturale nata dal nulla sopravviva nel mercato senza suicidarsi nella lotta per l'esistenza e nei compromessi?
Noi esistiamo solo per cercare una risposta affermativa a questa domanda.

2003 - La Rivista di Critica Culturale (Numeri 12-14)

Più profonda conseguenza - perché ha investito direttamente la nostra produzione, il nostro scrivere e disegnare - è stata l'evoluzione della rivista da spazio di espressione personale a luogo di elaborazione collettiva. Oltre ad aprire la rivista ad altri temi che la letteratura (con la divisione in rubriche che si sono evolute nelle attuali Gallerie), abbiamo voluto introdurre gli Editoriali, che sono stati il primo vero passo verso una rivista più organica e stabile, verso un confronto reciproco tra redattori e lettori, verso un'abbozzo di definizione della posizione di Mostro nelle viscere del mondo.
Primo Editoriale: dove il mondo produttivo e diffusivo dell’editoria ci è parso vergognosamente scisso fra grandi piazze e piccole autoproduzioni, fra riviste elitarie e riviste di nicchia, e abbiamo provato a immaginare un tragitto migliore che facesse capo ad un modello di autoproduzione tanto combattiva nel mercato quanto indipendente nelle scelte artistiche e culturali.
Secondo Editoriale: dove facciamo un parallelo fra la generazione degli ultimi anni dell’ottocento, sorpresa dai primi bagliori della filosofia moderna, e la nostra generazione, quella a ridosso del duemila, nata cento anni dopo sulle ceneri che quella stessa filosofia ha versato sulle grandi ideologie.
Un raffronto storico che ci fa avanzare l’ipotesi, e che rischiara l’esigenza di “realizzare un movimento culturale” che non si presti né alla vacua tentazione di sfumare in un anacronistico atteggiamento d’avanguardia, né all’abitudine dilagante di smarrirsi nel magma e negli effluvi della cultura post-moderna. Cercare nessi, scrittori e metodi di riferimento, e su queste basi fondare e ramificare il nostro tragitto, le nostre pratiche d’intervento e di relazione culturale, è il nostro punto di partenza. “Creare un nucleo attorno al quale si condensino individui non ancora persi nell’indistinto mondo impersonale della società massificata” diventa, quindi, la premessa che anima questo secondo editoriale.
Terzo Editoriale: il rifiuto spontaneo nei confronti della SIAE si è esteso ed ampliato nell’analisi del sistema diffusivo italiano, degli equilibri economici, dei processi sociali e delle premesse legislative che favoriscono e rendono oppressiva la presenza di un organo ibrido e parastatale quale quello della Società degli Autori ed Editori. Da qui la produzione di materiale informativo e divulgativo sulle possibili alternative e sugli equivoci che sorgono attorno a questioni del genere (per approfondimenti leggi il Vademecum antiSIAE, per cui ringraziamo Pinna.) La vaga denominazione “No Copyright” è così diventata l’attuale adesione alle Licenze Creative Commons (vedi anche la nostra Licenza D'Uso).

2004 - La situazione attuale

Tutto ciò è venuto a una svolta nel Febbraio del 2004, vista (e sofferta) l’ignobile asfissia in cui versavano le nostre emergenze creative ormai uccise da ritmi economici insostenibili, e vessate da insostenibili occupazioni burocratiche: ci è esplosa in faccia la questione del reddito, del diritto da parte di ogni autore di realizzare in santa pace le proprie creature senza essere costretto a consumarsi di giorno in chissà quale infelice mansione e a scrivere, disegnare, e scarabocchiare di notte. E ci ha costretto a ripensare il tutto.
Il sito che adesso state visitando non è più solo la pubblicità di una rivista, ma è un luogo accessibile e facilmente usabile da chiunque desidera diffondere liberamente ed efficacemente le proprie opere; è un punto di arrivo per cominciare davvero a soddisfare i nostri comuni desideri.
Tuttavia, se l'apertura di questo spazio virtuale ci pare già un buon risultato, iniziare a relazionarci con tutti coloro che concepiscono materiale da noi ritenuto qualitativamente rilevante è un passaggio di ben superiore importanza.
Estendere i propri orizzonti culturali significa per noi coltivare il terreno della lettura, della critica e del confronto, cosa che questo sito - con i forum e tutti gli altri spazi di discussione - cercherà di fare, rinnovandosi tramite le suggestioni dei lettori, ampliandosi attraverso le balorde ed incostanti sollecitazioni degli attuali redattori.
E così il lavoro di distribuzione di informazioni e di stimoli - inizialmente avviato nei ristretti confini di fumose riunioni redazionali tra osterie e case del popolo - avrà a moltiplicarsi tramite le intenzioni e le competenze di tutti coloro che vorranno prendere parte attivamente a Mostro Online. Che si presenta, dunque, come una rete di trasmissione, di divulgazione e di crescita collettiva che reclama, per sua stessa costituzione, la presenza attiva ed eccitata dei suoi iscritti.
Vogliamo giungere a una fusione tra l'ambito redazionale e quello comunitario, di modo che gradualmente tutte le decisioni siano prese da una comunità responsabile di autori affezionati al progetto: studieremo insieme il modo di renderlo possibile. Giungere a maturare un’etica e una pratica di lavoro condivise da molti redattori con pari diritti all'interno e a partire da questo spazio diviene, da oggi, la nostra più grande aspettazione.