OutofTarget all'FF02

Un pò in ritardo pubblichiamo questo resoconto dell'esperienza di Davide Cardea al Flash Film Forward di San Francisco cui ha partecipato in qualità di finalista nella sezione arte con il suo OutOfTarget. Purtroppo il nostro Davide ha dovuto rimandare la stesura del materiale per un brutto incidente, quindi ne aproffittiamo sia per fargli auguri per una pronta guarigione, sia per ringraziarlo di questo contributo.

Di Davide Cardea
(artes@outoftarget.com - www.outoftarget.com)

Al San Francisco Flash Film Festival 2002 c’eravamo anche noi, l’italietta, la mascotte del mondo, la patria di “pasta, baffo, mafia e mandolino” e, perché no, forse anche di talentuose teste openmind che faticano a combattere con la pubblica ottusità di un mercato che qui non ci vuole troppo bene ed in cui, tutto sommato, è estremamente facile abbandonarsi.

“E pensate un po’, arrivano anche dall’Italia” sembrava sottolineare Lynda Weinman con un sorriso mentre leggeva con Stewart McBride la lista dei partecipanti all’evento. Piccoli, tiny, carini, funny, teneri” queste le parole che a rotazione mi sconvolgevano dentro, scatenate da quell’innocua espressione emotiva. Ma a San Francisco, in fondo, tutto è più grande.

Il Flash Film Festival fa parte dei seminari “Flash Forward” organizzati dai suddetti Lynda e Stewart, incontri che in tre tappe annuali hanno lo scopo di coltivare, nutrire e stimolare creatività in tutto il mondo ma anche, ovviamente, di promuovere nuovi prodotti e tecnologie.

Sul palco del “Herbst Theater” si alternano i grandi nomi della comunicazione digitale, della nostra cultura sintetica, defribillando i nostri impulsi celebrali: personaggi noti, per una volta in carne ed ossa anche se parlano in Actionscript.

Durante la cerimonia i finalisti siedono in prima fila istruiti da Margaret Carlson, la loro madrina. Ho aperto gli occhi e c’ero anche io, li ho riaperti ed ero ancora seduto lì, boccheggiando incosciente come un pesce fuor d’acqua, emozionato quindi vivo.

Però un po’ se la tirano questi finalisti… oppure è solo timidezza. Decido di metterci alla prova, prima dell’apertura delle porte al pubblico, e alzandomi chiedo a tutti gli altri un autografo accanto all’indirizzo del loro sito.

60 i finalisti, una decina gli autografi sul mio depliant: qualcuno se la tira davvero.

La presentazione dei lavori finalisti avviene con la proiezione di trailers di un minuto dei progetti candidati, presentati divisi per le categorie di appartenenza. Alla fine della proiezione dei 5 finalisti di ogni categoria, viene dichiarato il vincitore. Spero non se la siano presa ma ho guardato più spesso gli altri finalisti accanto a me che le proiezioni, indagando sulle emozioni contratte dei loro visi per scovare gli autori del trailer in proiezione.

Era palese.

Così come è stato palese quando il mio turno… in una frazione di secondo ho pensato alternativamente 850 volte “speriamo di sì” “speriamo di no”. Dite che si nota in pubblico se si alternano ripetutamente sorriso e smorfia a velocità degne di un riuscitissimo effetto onion skin?

Sono uno dei “Signora, suo figlio potrebbe dare di più”: non ho mai vinto nulla e a San Francisco ho continuato a farlo in grande stile, nel senso che ci credevo un po’ di più e non ho vinto lo stesso; non è una tragedia, ma quando sei lì ti giochi il tutto per tutto, tra un sorriso ed una smorfia.

Se non fai bilanci dopo una qualsiasi esperienza della tua vita, crescerai poco. Se non fai bilanci dopo il Flash Film Festival sei anche un idiota. Ero finalista con Outofotarget nella categoria arte e oggi capisco che chi vince in questa categoria non è solo un artista, non è solo uno che ha avuto un’idea originale, ma è anche chi padroneggia la tecnica: solo una miscela di questi tre componenti è sufficientemente esplosiva e questa è ovviamente la direzione verso cui ora sto portando la mia crociata.

Fotografie allegate:

Prima riga in ordine da sinistra a destra:
1- Steve Belfer responsabile dei cartoon warner bros in versione flash.
2- parte dello staff di gestione dei Flash Forward
3- All’ora di pranzo la platea si svuota lentamente
4- Robert Penner in cattedra
5- Di fronte al teatro c’è San Pietro!
6- Al centro Margaret Carlson, la responsabile dei 60 finalisti

seconda riga in ordine da sinistra a destra:

7- Lynda Weimann, organizzatrice e presentatrice dell’evento insieme a Stewart McBride
8- l’esterno dell’Herbst Theater
9- Hillman Curtis cavalca il palco
10- Lezioni teoriche di programmazione actionscript
11- sempre l'ora di pranzo con la platea in movimento