INTERVISTA A ANNA LUCCARINI

(a cura di Boskizzi)

Ciao Anna e benvenuta su Design Radar. Sappiamo che lavori per Ventiquattro, il magazine de Il Sole24Ore. Per metterti a tuo agio, partiamo da un tema che conosci molto bene: di cosa si occupa Ventiquattro e qual'è il tuo ruolo in seno alla redazione?

Anna: Ventiquattro, il mensile del Sole 24 Ore, è un “contenitore culturale” di storie nazionali ed internazionali. Reportage, personaggi, arte, portfoli fotografici fanno parte del fil rouge mensile che cerchiamo di affrontare in modo non didascalico, prestando molta attenzione ai pezzi giornalistici. I servizi fotografici sono una parte molto importante del magazine, curiamo molto l’utilizzo delle immagini rispettando il lavoro del fotografo e cercando di ottenere impaginati eleganti. Il mio ruolo è quello di photo editor, seguo quindi la realizzazione di servizi fotografici commissionati, cerco nuovi fotografi e servizi, lavoro in collaborazione con i colleghi grafici che impaginano. Diciamo che fungo da “anello di congiunzione” tra il pezzo scritto e le immagini, controllando anche una certa omogeneità in tutto il giornale.

D: La figura del photo editor è relativamente nuova, almeno in Italia: solo in questi ultimi anni sta acquistando lo spazio che merita. Cosa ci puoi dire a riguardo? Se non ricordo male da un punto di vista contrattuale per gli editori italiani il photo editor non esiste...

R: Hai toccato un punto molto importante. Da alcune stime effettuate dal G.R.I.N. (Gruppo Redattori Iconografici Nazionali) a Milano, ad oggi, ci sono circa 114 persone che a vario titolo si occupano di photoediting o di ricerca nelle diverse redazioni. La situazione contrattuale è molto variegata, contratti da giornalista, a progetto, poligrafici, grafici ecc. Non vorrei sembrare di parte ma la figura del photoeditor in un giornale, sia stampato che online, è molto importante; non a caso risulta essere una figura chiave in tutte le testate internazionali.

D: Direi che ha un ruolo importantissimo. Da ciò che mi dici, mi è parso di capire che il photo editor funge da anello di congiunzione tra il redattore ed il grafico, tra la parola scritta e il layout. Come sei arrivata a ricoprire tale incarico? Che percorso hai compiuto?

R: Sì, è esattamente l’anello di congiuzione tra scritto e impatto visivo. Ho sempre avuto la passione per le immagini, quasi per gioco molti anni fa ho lavorato con un mio amico fotografo e ho capito che era il mio mondo. Dalle agenzie fotografiche di stock e produzione alla carta stampata il passo è stato breve. Avere studiato lingue mi aiuta molto nel contatto con fotografi free lance internazionali.

D: Una curiosità: come reagisce la gente quando dici che fai la photo editor o la redattrice iconografica? Tua mamma che dice alle amiche? :)

R: È una professione che incuriosisce tutti! La prima domanda è “ma tu fai la fotografa?” questo ti può dare l’idea di come sia poco conosciuto il nostro lavoro. Mia madre si limita a dire che lavoro in un giornale...

D: Non hai mai la sensazione che in Italia la fotografia sia considerata figlia di un Dio minore? Quando svesto i panni del redattore di d(r e metto quelli di fotografo, mi trovo spesso a constatare come per me sia più facile ottenere gratificazioni all'estero che tra i patri confini...

R: Vero. Lo dimostra anche il fatto di come all’estero ci siano innumerevoli festival (Arles, Perpignan, Photo Espana ecc) anche in piccoli paesi mentre in Italia il tutto ruota intorno a Roma FotoGrafia. All’estero ci sono organizzazioni che aiutano i giovani fotografi ad inserirsi nel mondo dell’editoria e della pubblicità, vedi Young Photographers United, piuttosto che vari concorsi tipo quello organizzato annualmente da PDN (Photo District News), associazioni no profit come Aperture... Credo ci sia più attenzione verso la fotografia e verso i giovani con talento.

D: A volte credo sia anche una questione di buona educazione. Un fotografo non famoso si da da fare per promuovere i propri scatti e fatalmente capita di inviare materiale "non richiesto". In Italia quasi sempre non risponde nessuno e però ti inseriscono nelle loro pompose mailinglist. All'estero non solo rispondono ma se non gradiscono ti spiegano come potresti migliorare l'approccio, ti spiegano cosa vanno cercando, ...

Da quello che ho letto e da ciò che vedo, ventiquattro Magazine si differenzia non poco dagli standard tricolori. Cosa secondo te lo rende così diverso?

R: Credo sia importante parlare chiaramente con i fotografi per quanto riguarda le immagini che possono o meno funzionare per la testata; Ventiquattro è legato nella prima parte a un fil rouge che cerchiamo di interpretare nei suoi diversi aspetti e soprattutto in modo non didascalico. La seconda parte ci permette di inserire reportage e/o portfoli fotografici svincolati dall’argomento principale; poter scegliere solo belle immagini e/o progetti di fotografi senza vincolo di testo è veramente interessante, lascia spazio alla creatività e valorizza il lavoro del fotografo.

D: Ottimo direi. Posso chiederti perchè un gruppo come quello de Il Sole24Ore, che uno penserebbe più legato a finanza ed economia, ha deciso di spingere su cultura e fotografia?

R: Ventiquattro è nato come magazine culturale anche se all’inizio era realizzato quasi esclusivamente con illustrazioni. La redazione e i caporedattori sono cambiati nel corso del tempo avvicinando la rivista all’immagine e a una ricerca molto peculiare di “storie” per i lettori. Sai il gruppo Sole 24 Ore ha anche altre testate non così strettamente legate alla finanza, “House 24”, il portale del lusso sul web, “English 24”, “I viaggi del Sole”...credo sia normale per un gruppo editoriale ampliare la propria offerta verso diversi target di lettori.

D: Anna grazie di tutto, sei stata molto gentile. Per chiudere voirrei farti una domanda che interessa molto i nostri lettori: come devono proporsi ai grandi gruppi editoriali, a tuo avviso, per attirare un po' di attenzione sui propri lavori?

R: Grazie a te. Intendi i fotografi? In questo caso individuare il prodotto più vicino allo stile del lavoro e proporre idee o servizi inediti (questo vale soprattutto per Ventiquattro). Per quanto ci riguarda lavoriamo indistintamente con fotografi (e naturalmente giornalisti) free lance o con professionisti rappresentati da agenzie; mi piace visionare le immagini di nuovi e giovani fotografi e, a volte, correre anche il rischio di affidare un commissionato. Nonostante il web abbia semplificato molte cose il contatto diretto arricchisce molto di più.