Intervista a Luca Desienna

(a cura di Boskizzi)

Ciao Luca, vedo dal tuo portfolio che sei molto eclettico, spazi dal bianco e nero al colore con eguale maestria. Come ti approcci alle diverse tecniche fotografiche?

La mia espressione creativa si esprime soprattutto con il bianco e nero perche con esso posso essere il regista della foto dall' inizio alla fine. Dall'impressione, allo sviluppo e alla stampa. Posso curare tutto il processo creativo, giostrando con le varie tecniche non solo durante l'impressione (con filtri, scelta pellicola, flash, ombrelli ecc) ma anche durante la stampa in camera oscura, con le varie mascherature e bruciature.

Mi piace il bianco e nero perchè mi lascia piu campo creativo, mentre con il colore non posso intervenire in maniera 'analoga', potrei interferire a livello digitale in post production (con photoshop ecc), pero gli effetti che si ottongono diventano secondo me troppo 'digitali'. Inoltre mi piace la visione monocromatica del bianco e nero, anche perchè mi lascia l'interpretazione della realtà come fotografo e come persona. Con esso posso esacerbare alcuni lati della vita quotidiana, renderli piu drammatici, cupi e misteriosi. Ad esempio con il lavoro 'The two shepherds' ho sempre sentito una certa isolazione e drammaticità (accampognato dal grottesco) in quella coppia di pastori, e volevo riuscire a trasmettere questi feelings nel risultato finale. Con il colore molto probabilmente non ci sarei riuscito.

Che parco macchine utilizzi? Come ti relazioni al digitale? Ti chiedo questo perchè molti dei nostri lettori si staranno chiedendo come realizzi i tuoi scatti...

Canon, Contax, Leica e una Contax compatta. Canon per servizi che richiedono velocità di esecuzione e poco rischio. (..e Canon per il digitale).

Contax G2 e Leica M6 per il bianco e nero creativo, e quando ho più tempo. Contax e Ricoh GR1 come compatte (sono ottime) e servono sempre. Il digitale non mi è piaciuto fino a pochi giorni fa, ma sto inziando ad apprezzarlo, la qualità che si ottiene con la fotografia a colori adesso è ottima, ed il fatto che elimini la scansione è una delizia (chi è fotografo sa senz'altro a cosa mi riferisco... scansionare è doloroso!). Però per il bianco e nero non ci siamo ancora. Non ci si può minimamente avvicinare ai risultati che si ottengono in camera oscura con la pellicola (anche per un fattore di archivio). Dipende cosa si vuole fotografare, dove la fotografia verrà piazzata/venduta e i costi/tempi che si vogliono affrontare. Ritengo che per chi vuole fotografare a colori il futuro è solo digitale, per chi vuole bianco e nero è solo a pellicola. (il mercato del bianco e nero attualmente sta tenendo molto bene).

Confidenzialmente, mi hai detto che tra poco partirai per un viaggetto di un paio di mesi. Mi sembra di capire che la foto di reportage è molto importante per il tuo essere fotrografo. Come scegli le mete? Come ti organizzi?

A me piace la fotografia viva, che è frutto di una propria esperienza, di una storia. Mi piace sentire la realtà, la franchezza. Mi deve muovere e per muovermi devo sentire che è stata vissuta, che pulsa.
La tecnica a sua volta è molto importante, bisogna usare la tecnica per crearsi un linguaggio visivo proprio (cosa che ci si arriva con gli anni e a cui spero di arrivarci anch'io un giorno). La tecnica pero non deve superare il contenuto, il contenuto è king, la tecnica lo deve rendere king. Attualmente vedo troppi fotografi che curano troppo l'aspetto visivo e tecnico dimenticandosi del contenuto.

Per il momento (e spero continui cosi anche nel futuro) mi gestisco i miei lavori, cerco i temi/ i soggetti e li curo in maniera personale, poi in seguito li piazzo (su riviste, agenzie ecc).
Ho bisogno di questa liberta per il momento.

Quando viaggio adesso sono molto spesso da solo, in base alle ricerche che faccio e a dei contatti (o inviti) mi reco in una tale nazione e cerco di curare alcuni argomenti, a volte gli argomenti nascono anche senza essere programmati (tipo il Barbiere di Klong Toey). Bisogna buttarsi molto nelle situazioni e da cosa nasce cosa.
Comunque cerco molto l'interattività con le persone che fotografo, le devo conoscere, ci voglio vivere assieme, in questo modo la fotografia diventa piu vera e supera la superficialità ...e poi mi diverto di più io.

Contestualmente, mi hanno molto colpito anche le tue fotografie con presenza umana: hai proprio un bel "touch". Anche in questo caso mi interessa capire come sei arrivato a quegli scatti: lascia che la scena scorra liberamente e catturi l'attimo o cerchi di costruire la scena?

Cerco molto il punto tra la realta ' e la surrealta', voglio scomodorare l'utente porgendogli dei quesiti, interrogando la sua nozione di realta'. Ed e' per questo che carico alcuni lati dei miei soggetti, ad esempio il lato grottesco nei due pastori, ma avviene sempre in modo fluido e mai in maniera troppo artificiale. Dipende anche molto dal tempo a disposizione. Il tempo e' amico quando ne puoi fare uso. Con i due pastori avevamo un sacco di tempo.

Qual'è stato il tuo percorso fotografico e di studi?

Mi sono diplomato in un istituto statale d'arte della provincia di Padova, famoso per le sommosse e le occupazioni! Sono quindi diplomato in fotografia e grafica pubblicitaria, ma a dire il vero di fotografia ce ne avevano insegnato gran poca!
Poi ho fatto dei corsi al London College of Printing di Londra ed il resto l'ho imparato da solo.

Dove vivi? Pensi si possa campare facendo fotografia alla tua maniera, dalle nostre parti?

Vivo a Londra, ma da settembre saro' molto in Italia perche mi sto costruendo li' una nuova camera oscura. Si puo' vivere, ma ci vuole talento, fortuna e sacrificio... e poi dipende che ramo della fotografia si sceglie. Il posto dove si vive non penso sia piu' importante come lo era una volta..

Luca grazie di tutto. In bocca al lupo per la tua imminente... partenza. Tante buone foto :)

Grazie a voi per l'opportunità.