INTERVISTA AD ANDREE ROSSI MAROSO / LILITHWORK

(a cura di Boskizzi)

Ho la sensazione che, ad eccezione di qualche addetto ai lavori, pochi sappiano bene cosa sia e cosa faccia Lilithwork. Ci vuoi aiutare?

Credo che la tua sensazione purtroppo non corrisponda a realtà: anzi oggi come oggi chiunque acquisti una telecamera crede di poter sostituire anni di studio schiacciando il bottone rec, e la nostra società gli permette di crederlo. La nostra casa di produzione di documentari sociali e storici invece persegue come primo obiettivo quello della qualità come approfondimento, che viene solo da anni di studio, interessi, lettura di giornali, senso critico e gusto educato. Credo che questo sia il segreto per potersi dire "documentaristi". Altrimenti si sta solo impersonando un ruolo che non è il proprio.
Lilithwork coniuga la sua attività con una rete di persone che credono nel nostro manifesto etico ed estetico. Speriamo di diventare un punto di riferimento culturale in un Italia, che piange su se stessa da troppi anni, ma non fa niente per cambiare. Sono una persona che crede nella fatica per costruire le cose, il resto non stimola il mio interesse.

Condivido le tue parole iniziali in maniera partecipata. Credo che in molti campi stia avvenendo quello di cui parli: fotografia, musica e scrittura sono alle prese con mezzi che ne hanno profondamente alterato il panorama. Fotocamere e videocamere digitali e software vari rendono molto meno illusorio il sogno di diventare artisti. Ti pongo una domanda su cui mi capita di riflettere spesso: meglio una bella idea realizzata male o, al contrario, una cosa tecnicamente ineccepibile ma che non trasmette nulla?

Non c'è un meglio tra queste due opzioni perchè un'idea per arrivare ai fruitori deve avere una forma. Il nostro paese ha scordato di essere il più ricco di arte del mondo, ed ogni idea in passato è stata comunicata con una forma, altrimenti non comprensibile. Troppo spesso si dice che l'importante è il pensiero, ma non è vero. L'arte che riempie la mente e il cuore non può che essere un geniale equilibrio tra forma e sostanza, e chi fa cinema in Italia lo scorda troppo spesso. Da sempre Lilithwork misura l'idea sul budget di cui dispone, buona scuola per imparare che tipo di libertà non prendersi. Se per avere una buona locandina devo spendere più del budget previsto, e in alternativa potrebbe farlo "mio cugino che sa usare Photoshop", non voglio la locandina, per fare un esempio.

Una scelta coraggiosa, almeno in Italia. Questo "mio cugino" è proprio un rompi palle: è mai successo che sia venuto a bussare alla vostra porta? Come vi scegliete i collaboratori?

I nostri collaboratori scelgono noi trovandoci attraverso il sito web: persone che sentono l'impegno di voler informare approfonditamente attraverso un analisi ed un contesto il difficile percorso umano. Oggi in Italia succede qualche cosa che grida vendetta dal cielo e che in nessun altro paese civile accade con la malefica modalità degli stagisti: persone sfruttate dalle aziende che si sentono spinte dalla famiglia e dalla società ad accettare qualsiasi condizione pur di avere un posto di "lavoro". Questo modello dello Stage impone che le persone non vengano mai responsabilizzate né remunerate ed il risultato è che né l'azienda né lo stagista crescono. Le aziende dicono di seguire il modello anglosassone, ma sia in Inghilterra che in America non pagare un proprio dipendete equivale ad aver ucciso la propria madre. E' ora che i giovani italiani si uniscano nel rifiutare questo sfruttamento. I nostri collaboratori sanno che il rispetto è la prima forma di relazione all'interno di Lilith. Chi vuole collaborare nella rete con passione e rispetto è il ben venuto a patto che ricambi con altrettanto rispetto.

Parole sante (San Precario insegna). Abbiamo parlato di Lilithwork, di cos'è e di chi vi collabora. Ora mi devi parlare di quello che fate...

Lilithwork è una rete di persone che abitano in Italia e in Europa che realizza documentari a sfondo civile, sociale, storico. Il modello che seguiamo è quello dell'approfondimento: ad esempio ci siamo infilati nelle trame psicologiche di giovani ragazzi di Tel Aviv che hanno rifiutato di fare il servizio militare. Il nostro obiettivo è quello di capire il perché degli avvenimenti, e non solo di riportarli. Le cause contingenti ci interessano, ma non ci bastano: vogliamo andare a monte. Da sei anni ci muoviamo in Italia e all'estero e il nostro obiettivo è che il documentario di approfondimento diventi una realtà presente nel nostro paese, come lo è negli altri paesi occidentali. Qualche sera fa ero presente ad una presentazione dell'ultimo libro di Giulietto Chiesa e si diceva che col governo Zapatero in prima serata la tv pubblica trasmette documentari. E così accade in Gran Bretagna, Svizzera, Francia e Germania. Ora tocca a noi.

La scelta di una città come Torino ha un significato? Va nella direzione di quello che hai appena detto? Dell'adesso tocca noi?

Sono nata a Milano, la mia famiglia è lombarda da generazioni e la mia nonna ama Milano. Io invece sono cresciuta in una Milano che non è più quella amata dalla mia nonna perché questa povera città è stata deturpata da gente e architetture attente solo al profitto momentaneo. I vecchi artigiani che facevano di Milano un luogo allegro e vivace sono stati sostituiti da solarium dove fare la lampada o da luoghi pubblici dove chi entra sembra invisibile. Ci siamo giocati Milano, che non ha più una identità e viene usata senza nessun amore. Torino è invece una città che ha ancora una grande identità, che ricorda ancora quando era capitale di Italia, sede nazionale della Rai, città dell'intellighenzia culturale e del cinema.Città propositiva, aperta ad oltralpe, come anche alle immigrazioni. Non ci giochiamo anche Torino, mi sono detta, ed ho proposto ai nostri soci Torinesi di darci cittadinanza. Il nostro paese ha bisogno di leaders cuturali, e Torino può offrirli. Ma è una città che deve credere di più in se stessa senza imitare Milano.

Mi sembra di capire che Lilithwork guardi con interesse fuori dall'italia. Chi sono i vostri clienti? Come attivate i contatti? Avete una struttura commerciale?

I soci di Lilithwork si riuniscono ad ogni progetto interessante. Le varie fasi di preproduzione vengono sviluppate da ognuno con l'appoggio in rete degli altri soci . Quando si hanno i finanziamenti necessari si parte con la fase di produzione. E d è sempre una grande emozione ritrovarsi legati da una stessa visione del mondo. Per questo non posso parlarti di realtà impostate: ogni progetto cambia di veste e commerciale e di contatti. Di solito i nostri clienti sono istituzioni culturali, ma anche Comuni, Fondazioni e televisioni estere.