INTERVISTA A ESPAI PUPU

Espai Pupu è un progetto multidisciplinare. E' un collettivo, una galleria, uno studio, un magazine. Come e da chi è nato questo progetto? Per iniziare...

Pupu è il risultato di una coincidenza e di una vecchia passione. Ho trovato lo spazio (espai pupu) mentre cercavo un posto dove stare. Era semplicemente perfetto per farci esposizioni. Adoravo già da tempo la zona in cui si trova, non a caso avevo già provato a spostarmi a Barcellona due anni fa, senza troppa fortuna, che mi ha costretto in quella fase a tornare a Mallorca. Trovando il posto, poi, ha preso vita anche la Galleria. Il nome "popu" ha che fare con alcune perfette vacanze a Formentera. È un vezzeggiativo. "Mini, pipi, popu sei dolce!" Non significa nulla di specifico; le persone in genere ridono quando sentono per la prima volta questo nome, tuttavia non è affatto facile dimenticarselo una volta imparato. Mi chiamo Patrick Nikolas Peters, sono nato in Germania e a diciassette anni mi sono spostato in Spagna. Ho vissuto a Mallorca per 12 anni lavorando come designer d'interni. Quindi sono volato a Barcellona, circa un anno e mezzo fa, e lì è inziato tutto...

Proviamo a percorrere ogni segmento del variegato mondo di Espai Pupu. Partiamo da qui. Pupu Magazine è alla sua quarta uscita. Genesi e considerazioni a questo punto della storia?

Di base, ho soltanto messo assieme un po' di persone per creare questo progetto. Pupu non è il risultato del lavoro di una singola persona. Coordiniamo i materiali che i contributors ci inviano. È bello il responso positivo da parte degli autori e degli artisti che hanno mandato i loro contributi. C'è passione dietro e sta andando molto bene.

Ci sono, in giro per il web, svariati magazines, spesso e volentieri di buona o ottima fattura. Come e dove si inserisci e si colloca Pupu Magazine?

Per quanto riguarda i numeri, con l'uscita del #1, abbiamo toccato le 40mila visite che si sono ripetute anche nelle uscite successive. Per quanto riguarda la qualità, beh, ognuno può farsi la sua opinione. Il nostro pubblico è costituito da una comunità di graphic e fashion designer, illustratori, fotografi, artisti, che sta crescendo con notevole velocità.

Cosa significa gestire una galleria oggi? Quali sono le soddisfazioni e le difficoltà di base? Come sono i rapportio con gli artisti e il pubblico che passa durante gli eventi e le esposizioni? Quali sono gli obiettivi di Espai Pupu per questa parte del progetto?

Oggi come oggi è interessante trovare differenti percorsi. Non avrebbe molto senso per me lavorare su una galleria secondo i classici canoni delle gallerie tradizionali. Credo negli spazi multifunzionali e interdisciplinari. Posso vedere luoghi compositi in cui persone lavorano mixando e fondendo differenti lavori dentro una incredibile composizione come spesso si può vedere all'interno dei siti web. Lavoro con la galleria perchè amo l'arte e sono troppo pigro per produrre cose mie. Sono in contatto con persone che hanno dedicato la loro vita all'arte, la mia passione. Mi piacciono le relazioni che si producono incontrando artisti di tutto il mondo. Ho creato la mia collezione personale con un pezzo per ogni mostra realizzata. E' anche una buona scusa per viaggiare. Visito altri posti come fossi in missione segreta tipo un cacciatore d'arte! E' importante trovare la giusta mediazione tra mercato e arte.

Qual'è attualmente la mostra in corso all'interno della galleria?

Questo sabato avremo delle performances. Il prossimo mese prenderà vita l'esposizione con Denver, il quale produce collages digitali di paesaggi, luoghi dove egli vorrebbe vivere o nei quali vive attraverso i suoi sogni.

Un festival è sempre qualcosa di realmente interessante, e un festival che tenta di unire differenti percorsi artistici e musicali suona veramente bene. Parlacene.

E' un progetto in progress che si concretizzerà il prossimo. State sintonizzati quindi.

Parliamo ora dello Studio. Su che lavorate esattamente? È principalmente un supporto per la galleria e la rivista oppure è una agenzia grafica a tutti gli effetti?

Lo studio si occupa di architettura e design d'interni. Non siamo uno studio grafico, ma in futuro l'influenza si allargherà, lavorando come agenzia per illustratori, fotografi e graphic designers.

Parlando di Barcellona e più in generale di arte, comunicazione e design in Spagna, quali sono le tue valutazione sullo stato delle cose?

Barcellona è un luogo "caldo", assolutamente. In Spagna è la città del graphic design e dell'arte.

Prima di concludere l'intervista, vorrei focalizzare brevemente il discorso sulle "relazioni". Come vi state muovendo a livello di community e di rete, sia in Spagna che a livello internazionale? Avete in corso rapporti di intercsambio e progettualità comuni con altri collettivi? Ci sono altre esperienze che pensate siano da seguire con particolare interesse?

Certo. Lavoriamo con persone di tutto il mondo, come si può notare dai contributi presenti nel magazine. Il nostro progetto prinsipale sarà nel prossimo futuro il "customize me" event. Inviteremo 50 artisti a personalizzare un paio di Vans classiche. Alla fine di giugno faremo una grande esposizione con tutti i 50 progetti. Non escludo che la mostra possa essere itinerante. Sicuramente ne faremo anche un catalogo digitale che venderemo attraverso internet. In giro poi ci sono parecchi progetti interessanti. Per esempio Maxalot, sempre da Barcellona, sto producendo un progetto costituito da wallpapers designati da importanti artisti.

Per concludere....

Grazie per il vostro interesse, continuate a seguire le pupu attività. Let's rock it!