LUXLUNA

Esce il nuovo lavoro dei Luxuna e cogliamo l'occasione al volo per tornare a parlare di Anomolo, con Anomolo. Ma anche dei Luxuna ovviamente. E di molto altro, perché qui risiede (in parte) la forza di questo collettivo che da quasi due anni sta portando avanti un progetto unico in Italia. Ho ricevuto il cd direttamente a casa (ma come al solito è disponibile per chiunque in free download sul sito della band), e di questo ringrazio Marco. E con Marco, tra i responsabili dell'etichetta nonché voce/chitarre/programming/testi dei Luxluna, andiamo ad iniziare questa breve intervista.

Partiamo dai Luxuna, il gruppo che "dividi" assieme a Paolo (piano/tastiere), Riccardo (basso) e Archelao (batteria). Una storia iniziata nei primi anni '90, attraversata da una Mini raccolta ("Zonafranca", 1998) e da un album ("Transfert", 2002, timbrato Anomolo). E poi oggi. 13 brani in tutto, intro e chiusura comprese. Un viaggio in tre puntate immediate ed evocative, la stanza come ambiente e l'isolamento come filo conduttore: "Dentro la Stanza", "Fuori" e "Il rientro", la partecipazione di Antonella Loconsole (voce in "Madre cieca", una bellissima voce per altro), conosciuta lo scorso anno al MEI di Faenza, ma di questo (del MEI) parleremo più avanti all'interno dell'intervista. Rimaniamo in questo primo punto strettamenti legati alla musica. Qual'è la genesi e in che modo siete arrivati a produrre questo "Io ricordo tutto" (titolo dell'album)?

E' da tempo che pensiamo di raccontare una storia attraverso i suoni e le parole evitando di cadere nella prolissità del concept album dove, in genere, l'eccesso di cerebralità offusca la narrazione che nel nostro caso conserva invece una certa semplicità e lineraità. Poi ci sono tante altre motivazioni difficili da elencare razionalmente, un album è un pò come una pianta, cresce e si modifica con il tempo. Avevamo chiara una cosa, che questo lavoro si sarebbe basato su modalità narrative e per un paio di motivi fondamentali: lavorare su di un progetto unitario permette di dire delle cose in maniera più approfondita, inoltre impone dei confini che non si possono valicare e questo rende tutta la preparazione e la scrittura più attenta, uniforme. Nel caso di "Io ricordo tutto", il protagonista della storia è un uomo che ha deciso volontariamente di isolarsi all'interno di una stanza, perché la propria sensibilità è talmente accentuata che il contatto con l'esterno, con le sue brutalità, gli procura un dolore insostenibile. Tuttavia la sua umanità lo spinge fuori, verso l'elemento che diverrà centrale nell'album, la ricerca di un rapporto d'amore che, per disabitudine conseguita negli anni, non riuscirà mai a rendere concreto se non in una dimensione mentale completamente astratta e visionaria. Anche la collaborazione con Antonella Loconsole è nata da una esigenza di scrittura. In "Madre cieca" a parlare è la madre del protagonista per cui una voce femminile in quel caso era preferibile. Antonella, che abbiamo conosciuto al MEI di quest'anno e che ha partecipato con un suo brano alla compilation natalizia, ci è sembrata subito l'interprete ideale, per qualità vocali e attitudine musicale, così le abbiamo chiesto se le sarebbe piaciuto cantare una nostra canzone. E' scontato dire come sono poi andate le cose.

Tutto l'album è assolutamente attraversato da voci, che si mixano, bene, con la canzone, fondendosi con essa. Se un pezzo musicale è di per sé anche una traccia/esperienza di comunicazione, in questo caso, nel vostro caso, forse beh questo legame è ancora più forte. Non per niente si racconta e si lascia raccontare. Questo è quello che percepisco. Sia chiaro, parliamo sempre e comunque di musica, ma musica che pur avendo notevoli parti strumentali utilizza in maniera intelligente la parola, attraverso i testi ma anche attraverso le voci fuori campo, in sottofondo, e spesso non si capisce che dicono ma qualche cosa vorranno pure dire. Spero di non essere fuori strada...

L'unica compagnia che il protagonista accetta e che in sostanza riscalda un pò l'ambiente freddo e asettico della stanza è rappresentata da una radio sempre accesa che trasmette notizie in una lingua straniera (radio Praga). E' una scelta strategica, le voci gli fanno compagnia portando uno spicchio di umanità nel buio del suo ambiente ma non comprenderle, non esserne coinvolto emotivamente, serve a non farsi penetrare più del dovuto. Il fatto poi che i testi siano sempre in prima persona (eccetto in "Madre cieca" dove il punto di osservazione si sposta su sua madre) testimoniano una duplicità psicologica che è già ricerca di un contatto. Ne "Il riflesso" egli parla ad un altro se stesso a cui chiede continuamente consigli come farebbe con una persona fidata e amica. E' questo contrasto che lentamente lascia affiorare il suo bisogno di riscattare una vita in fin dei conti passiva.

Leggo le "Note di rilascio" e ti domando: quale immaginazione oggi?

Sono più di vent'anni che sento persone dire che oggi non c'è più immaginazione e ha lo stesso sapore di affermazioni come "non ci sono più le mezze stagioni". Credo che sia una sciocchezza, un modo per dare peso e drammaticità alle proprie parole. Che i tempi siano cambiati è fuori dubbio ma non mi pare sia cambiata l'essenza dell'uomo. Oggi non si combattono più guerre con le spade, si usano le armi tecnologiche, tuttavia le guerre e le vittime sono rimaste. Questo per dire che non è la tecnologia ad abbassare la forza dell'immaginazione bensì l'uso che ne viene fatto. La televisione non sarebbe deleteria per i bambini se dietro di loro ci fossero adulti che oltre quella, gli indicassero passatempi diversi, spegnendo di tanto in tanto l'interruttore. I miei figli guardano la TV ma preferiscono i momenti in cui mi fermo con loro a giocare o a raccontargli delle storie completamente inventate. "La tana del verme (telekiller)" non colpevolizza la televisione come media in se ma l'uso che ne viene fatto da parte di chi ha la responsabilità e il potere della comunicazione. Si torna sempre all'uomo, alla sua capacità o incapacità di gestire le situazioni.

Se dovessi citare le influenze che corrono assieme a "Io ricordo tutto", quali nomi ti sentiresti di menzionare? E perché?

Ascoltiamo molta musica e di generi diversissimi per cui non riesco a tracciare dei riferimenti precisi, non ti so dire. Il suono di questo album segue le emozioni del momento narrativo per cui ci sono brani di solo piano e voce al fianco di altri decisamente più violenti. E' tutto poco calcolato ma mirato a definire delle sensazioni precise, è nata prima la storia della scrittura dei brani. C'è tuttavia una caratteristica comune a tutte le tracce ed è l'elemento di disturbo sempre presente e sotto diverse forme, la radio che dicevamo, dei rumori in loop ossessivi, una tv accesa. Quello che ci interessava era dare una sensazione precisa e costante di disagio e di disturbo, per esternare in qualche modo l'interiorità del personaggio chiave. Che lo si voglia o no si tratta pur sempre di una figura inquietante e rappresentarla serenamente sarebbe stato come togliergli l'essenza e il phatos.

"Io ricordo tutto" è il vostro secondo lavoro su Anomolo, l'etichetta che tu, assieme ad altri, hai fondato nell'Ottobre del 2002. L'altro lavoro uscì, come detto poc'anzi, nel 2002, anno di fondazione dell'etichetta. Su Design(Radar si è spesso parlato di questo progetto. Per quanto mi riguarda, continuo a seguire con interesse sia le produzioni che il forum, così come le iniziative collaterali. Siamo quasi a due anni di vita. Te la sentiresti di fare un piccolo bilancio, seppur parziale, di questa esperienza collettiva?

Anomolo è ancora un bambino, ha bisogno costante di essere seguito per far si che un giorno venga riconosciuto incontestabilmente come un progetto serio, nel bene o nel male, destinato a delineare un nuovo sistema di diffondere cultura musicale. E' difficile scalfire il muro che la discografia ufficiale, con le sue promesse di gloria e le sue banalizzazioni commerciali, ha eretto intorno ai musicisti che si ostinano a percepire la musica come sistema di auto affermazione piuttosto che come strumento di comunicazione aperta verso infinite direzioni. Per noi è più facile convincere un sessantenne che un musicista di 25 anni sulla nostra filosofia poiché l'immaginario del secondo è popolato da sogni di successo facile, non da bisogni espressivi. E' questa la realtà contro cui cerchiamo di combattere ogni giorno.

Nel mese di Novembre 2003, siete stati presenti sia al MEI (Meeting delle Etichetti Indipendenti) che al MAI (Festival delle autoproduzioni cartacee, musicali e visive. Dal no-copyright al copyleft), iniziative che si sono svolte in contemporanea in quel di Faenza. Progetti differenti, supportati da situazioni differenti, con obiettivi differenti. C'è forse ad unire questi due percorsi il termine "indipendente" tuttavia un termine è semplicemente un termine, e le cose si verificano nella pratica. Come vi siete rapportati a questi due eventi/iniziative? Che tipo di contenuti avete cercato di portare avanti e spingere in quei giorni con Anomolo? Che feedbacks avete ricevuto dalla gente che è passata dal vostro banchetto? Perchè quelli della SIAE erano gli unici in giacca&cravatta? Va bene, forse questa ultima domanda non c'entra...o forse si...vorrei saperne di più (non soltanto delle giacche e delle cravatte della SIAE s'intende)...

Abbiamo partecipato ad antrambe le situazioni per motivazioni sostanzialmente diverse. Al MEI siamo tornati dopo un anno per parlare ad alta voce (e lo abbiamo fatto in conferenza stampa) e ribadire la nostra posizione di etichetta discografica, non di surrogato. Abbiamo chiesto di partecipare al dibattito sul futuro della discografia; Massimo Cotto, oggi direttore di Rockstar, ha accettato con una certa curiosità e ci ha seduti al fianco dei mostri sacri della discografia ufficiale. Alla fine sono stati loro a chiederci informazioni. Al MAI siamo andati per una certa affinità intellettuale e sostanzialmente per portare la nostra esperienza fatta sul campo. Ci sono migliaia di persone che a torto o a ragione ce l'hanno con la SIAE ma non muovono un dito per proporre qualcosa di valido. Per noi "essere contro" non significa protestare contro il caroprezzo dei CD, contro il centralismo e il potere della SIAE, contro il diritto d'autore ma proporre concretamente un'alternativa. Paradossalmente tra la folla che a Firenze due anni fa occupava la sede SIAE in segno di protesta c'erano alcuni dei nostri ragazzi che distribuivano le cartoline di Anomolo. Come dire a dei sordi "guardate qua abbiamo una soluzione". Sui forum di molte associazioni che si battono per la liberalizzazione dei diritti di copia si parla come alternativa al sistema SIAE delle licenze proposte dall'americana Creative Commons ma non di Anomolo che qui in casa nostra ottiene sostanzialmente gli stessi risultati. Probabilmente il sito non spiega a sufficienza il nostro modello (ecco perché lo stiamo ridisegnando e arricchendo di contenuti) o le parole sono sempre più soggette a fraintendimenti.

Cosa si nasconde nel cantiere di Anomolo per questa seconda metà del 2004?

Stiamo lavorando con una band di Genova, i Cartavetro e mi occuperò personalmente della produzione artistica del loro album. Inoltre ne abbiamo in previsione una seconda per la fine dell'anno ma è prematuro parlarne. Il nuovo sito invece, come accennavo prima, è in fase di realizzazione grafica, poi passeremo alla trasposizione sul web quindi alla pubblicazione.

Torniamo ai Luxuna, specificamente per quanto riguarda il progetto creativo dell'album, il sito web e questa chicca decisamente interessante, rappresentata da un player sviluppato in Flash. Vorrei evitare di commentare questi tre aspetti e lasciarti la parola (per lo spazio che riterrai necessario) affinché sia tu stesso a raccontarci nomi, antefatti, sperimentazioni e realizzazioni.

Cerco di essere breve. Przemek Skrzypek, come sai, è un artista e designer polacco che collabora da tempo con la nostra agenzia (CANENERO Advertising) e lo scorso anno ha realizzato per i Luxluna un video di due ore per accompagnare i live della band. In questa circostanza lo abbiamo coinvolto in tutto il progetto e l'idea di realizzare un player interattivo in Flash, capace di riprodurre tutto l'album senza ricorrere a un lettore audio esterno (i file MP3 sono contenuti all'interno dello stesso eseguibile) è stata sua. Tutta la direzione artistica della comunicazione legata all'album é farina del suo sacco ed è il frutto di tanti incontri e discussioni incentrate sulla trama della storia e sulle possibilità di rappresentarla. La figura in copertina è una foto ritoccata digitalmente in più parti (occhi, pelle, ciglia) e nella nostra intenzione doveva suggerire l'espressione di un uomo i cui occhi sono stati per lungo tempo a fissare immagini mentali, astratte, completamente al buio. La deformazione della cornea, del fronte oculare è assolutamente inventata ma efficace a rappresentare un mondo psicologico popolato dal dolore e dalla desolazione. Ora stiamo ragionando sul video clip e sulla scenografia dello spettacolo che ci piacerebbe rendere molto coinvolgente.

Mentre i downloads si contano a migliaia, cosa puoi dirmi dei live set? Qual'è la vostra esperienza personale in questo senso? E, in senso più generale, come vedi il circuito concerti in Italia? Parliamo di situazioni underground e zone limitrofe...

Uno degli aspetti che ci premono di più è quello di portare le nostre band dal vivo e per questo abbiamo da poco costituito una sezione di management e booking che si occupa di contattare i locali e le manifestazioni estive. Siamo appena partiti e ci vorrà del tempo prima che i nostri artisti possano guadagnare dai concerti quanto basta per sopravvivere. Ci piacerebbe suonare di più è chiaro ed è una delle cose che gli utenti di Anomolo potrebbero aiutarci a fare, semplicemente suggerendoci dei locali. In Italia la situazione degli spazi sta cambiando, non tutti i gestori sono disponibili a pagare 12/13.000 euro per far suonare le nostre band indie (indie si fa per dire). Vedo una maggiore apertura verso le realtà meno note ma altrettanto serie come la nostra. Bisogna aspettare che i tempi maturino ancora.

Abbiamo fatto 30..facciamo 31. Marco, questo lo dico per chi legge, oltre ad essere un sacco di cose per i Luxuna, oltre ad essere un Anomolo è anche parte integrante di una agenzia di comunicazione (pubblicitaria, in questo caso). Mi riferisco a "Canenero Advertising". Un ottimo lavoro per Gianmarco Lorenzi in portfolio, tra gli altri. E una prossima/futura partecipazione al CeBIT di Hannover. Ma anche direzione artistica per Anomolo. Bene, a questo punto ho paura che sarebbe necessaria una seconda intervista...in ogni caso, e per il momento, vorrei che ci parlassi brevemente di come stanno procendo le cose (e i lavori) all'interno degli uffici di Canenero.

Rimanderei ad un'altra intervista ma posso intanto dirti qualcosa. La nostra agenzia è in una fase di crescita che richiede molta attenzione da parte nostra, stiamo acquisendo clienti importanti e dobbiamo dimostrare con maggiore responsabilità le nostre capacità creative e organizzative. La fase di formazione è ormai alle nostre spalle (lo dico in senso pratico perché di imparare non si finisce mai), ora si entra in quella concreta, dimostrativa. Presto aggiorneremo le news sul nostro sito e potrete saperne sicuramente di più riguardo i nostri ultimi movimenti. Prevedete, se potete, un'intervista più approfondita!

11) Altro di cui non abbiamo parlato?

Credo di no ma approfitto per rivolgermi al pubblico di Design Radar; Anomolo è di tutti e chiunque può collaborare. Tanti piccoli suggerimenti valgono più di un grande pensiero perché sono diversi. Quindi se vi va di darci una mano mettetevi pure in contatto con noi.